Ecco alcuni passaggio di una messa che non dimenticherò mai più … buona notte da casa san raffaele …
«Apprezziamo i tanti segni di vicinanza e preghiera in questi momenti di dolore per la nostra città, per le famiglie che hanno sofferto il colpo dell’attacco e per tutte le persone buone», ha detto il card. Juan José Omella, che ha letto il testo del telegramma che il Segretario di Stato, Pietro Parolin, ha inviato al cardinale di Barcellona all’indomani dell’attentato e ha riferito della chiamata di papa Francesco che lo ha raggiunto nel pomeriggio di sabato per assicurare la sua vicinanza in questo momento doloroso. «Siamo in questo luogo sacro», ha detto il cardinale, «progettato per essere» luogo di preghiera «per i peccati del mondo. E non è un peccato molto grave attentare contro la vita degli altri, del prossimo, di esseri innocenti e bambini?» ha domandato il cardinale rivolgendosi ai fedeli nell’omelia. «Il nostro silenzio e la nostra preghiera, la nostra presenza in questo luogo santo sono un segno di condanna per l’attacco e una preghiera per chiedere a Dio, Padre di ogni bontà, di cambiare i nostri cuori di pietra e darci un cuore di carne, pieno di sentimenti di umanità, fraternità, misericordia e pace».
«Noi, credenti o no, di questa terra, o gli stranieri, tutti veniamo in questo tempio per chiedere al Signore di guarire coloro che sono stati colpiti da questi attacchi e di dare al nostro mondo di vivere in pace e armonia. La pace è il miglior nutrimento della nostra vita e per ottenere quel nutrimento non dobbiamo risparmiare alcuno sforzo», ha detto ancora il card. Juan José Omella, di fronte alle massime autorità spagnole e catalane, rappresentanti delle diverse comunità di fede e numerosi fedeli, assemblea che il cardinale ha definito un «bel mosaico sul quale è costruita la società».
Il cardinale si è fatto portavoce della richiesta comune: «Il Signore ci conceda di essere costruttori, artigiani di pace». «Tutti uniti da un obiettivo comune: pace, rispetto, coesistenza fraterna, amore solidale», ha continuato card. Omella: «Sì, fratelli, l’unione ci rende forti, la divisione corrode e ci distrugge». Nei pensieri e nei cuori «i nomi delle vittime di questi attacchi, ma anche i nomi dei paesi che sono in guerra», perché il Signore faccia «regnare la pace nel mondo e nei nostri cuori». Il cardinale ha esortato tutti a lavorare «generosamente e con decisione per costruire una società di pace e libertà» e ha implorato «il balsamo del conforto nei cuori di tutti». Concludendo l’omelia ha ringraziato le forze dell’ordine e gli organi di sicurezza dello Stato e della citta autonoma di Barcellona per «la generosità e la dedizione con cui agiscono sempre e, in particolare, in questi giorni», il personale sanitario e tutte le persone che si sono dimostrate generose e solidali: «C’è molta umanità nella nostra terra».