Le famose parole-chiave servono per accendere luce, aprire orizzonti, entrare in situazioni e problemi. Se ho adoperato la
chiave “ascoltare” mi sono aperto al “servire”, imparando a “fare scelte” giuste.
“Discernere” deriva dal latino dis-cernere: “dis” indica separazione-tra; “cernere”, da cui “cernita-scelta”. Vuol dire distinguere tra ciò che conduce, oppure allontana da quello che cerco; far venire alla luce ciò che è vero, giusto, buono, bello, ecc. Il contrario è “caos”, confusione, diabolico nel senso già accennato; crea pericolo, e quindi inquietudine e paura. Il discernimento fa la persona matura, aiuta a entrare nella sostanza delle cose, a superare crisi, ad affrontare decisioni importanti.
Al giorno d’oggi anche questa parola è diventata ambigua; discernere è un’attività problematica, data la disinvoltura con cui si mescola vero-falso, buono-cattivo, vincente o perdente nella vita.
Condizione indispensabile per il discernimento è la “libertà interiore”, che si costruisce attraverso un cammino, un “esplorare”, un esodo; un esercitarsi, da cui prendono nome gli Esercizi spirituali propriamente detti, di S. Ignazio, i quali hanno lo scopo di precisare la meta ed i passi idonei per raggiungerla.
Cos’è il discernimento. È un’esperienza chiaramente distinta da altri momenti spirituali della vita, personale o di gruppo. Richiede un ambiente che favorisca la pace e la disponibilità a lasciarsi illuminare e guidare. Non è un lavoro psicologico, uno studio, una preghiera guidata; non si mescola con altre attività e interessi.
Si possono distinguere cinque momenti: ambientazione (pacificazione) – che cosa cerco? – lavoro individuale (alla luce della “parola del Signore”, scelta) ˆ condivisione (con la guida o il gruppo) – applicazione allo scopo previsto.
È quindi un’esperienza da fare in silenzio e solitudine; eventuali chiarimenti vengono rivolti alla guida. Protagonista è il cuore e lo Spirito santo, il quale aspetta che io mi apra alla Sua luce, nell’ascolto disarmato e nella preghiera. È importante avere una buona guida, esperta in discernimento, la quale enuclea alcune domande (che cosa cerco?), già precisate, insieme, precedentemente, e regola il tempo a disposizione.
È necessario chiarire che cosa cerco, poiché è qui che avviene il discernimento. L’attenzione può rivolgersi a questo o a quel particolare della mia vita personale, ad esempio alla mia famiglia, o al mio lavoro, o alla mia Comunità, ecc. Può coinvolgere, invece, l’insieme dei membri della mia famiglia, ecc.; oppure, come nel momento attuale del MASCI, può riguardare il nuovo Patto Comunitario e lo Statuto, l’impegno nei prossimi anni, i loro contenuti, lo scopo, e il mio coinvolgimento.
Conferma del buon lavoro fatto è la soddisfazione per la luce ottenuta, per il coraggio impiegato per uscire da una situazione di chiusura o di crisi, per il desiderio di lavorare insieme. In occasione di un convegno si può destinare un tempo determinato, distinto dal resto dei lavori. L’ostacolo può derivare dal pregiudizio, dallo spirito di critica, dal voler difendere il proprio punto di vista.
In varie occasioni, in questi ultimi anni, il MASCI ha avvertito la necessità di rinnovamento e di discernimento, per dare risposte adeguate alle attese di un mondo che non concede rinunce o ripiegamenti; dalla famiglia, alla società, alla Chiesa. Questo è stato avvertito in modo chiaro a Loreto, nel Grande giubileo, orientato verso Brucoli, dove il MASCI intende impegnarsi in vista dei prossimi anni, consapevole della ricca seminagione cresciuta ed ormai giunta a maturazione.
Sarebbe auspicabile se in seno stesso del MASCI venissero a formarsi delle guide, esperte in discernimento, attraverso l’esperienza degli Esercizi spirituali originari,
disposte a offrire il loro servizio là dove, in Comunità, regioni o convegni, fossero invitate per questo lavoro indispensabile.
Può essere utile riflettere sulla abbondante introduzione che il P. Silvano Fausti premette al suo libro: “Occasione o tentazione – Arte di discernere e decidere” (Ed. Ancora, Milano).
Ora ci attende la parola “verità”, maturata nel discernimento, la quale, nonostante il suo ambito assai esteso, vuole però offrire un concreto contributo nell’attuale cammino del MASCI stesso.