Nessun profumo vale l'odore di quel fuoco

8° chiacchierata con Enzo Bianchi Quaresina 2021 “Acqua Viva”

Carissimo/a,
siamo entrati nel tempo di Quaresima, tempo di conversione, tempo nel quale attingiamo l’“acqua viva” della speranza e riceviamo a cuore aperto l’amore di Dio che ci trasforma in fratelli e sorelle in Cristo.1
Nella liturgia si parla di “Quadragesima”, cioè di un tempo di quaranta giorni. La Quaresima richiama alla mente i quaranta giorni di digiuno vissuti dal Signore nel deserto prima di intraprendere la sua missione pubblica. Quaranta è il numero simbolico con cui l’Antico e il Nuovo testamento rappresentano i momenti salienti dell’esperienza della fede del popolo di Dio. Nei Vangeli sono anche quaranta i giorni durante i quali Gesù risorto istruisce i suoi, prima di ascendere al cielo e inviare lo Spirito Santo.

In questo periodo ci immergiamo nella passione, morte e resurrezione di Cristo per poter essere testimoni della salvezza di Dio nella nostra vita, per poter attingere dalla storia di Cristo le Parole Maestre che ci guidano. Una visione rivoluzionaria della vita che può renderci nuovi, ci può far risorgere, risvegliare se solo fossimo vigili in questo mondo e nelle nostre opere.

Vi lasciamo alla lettura del Messaggio del Santo Padre Francesco per la Quaresima 2021 per prepararci all’incontro con Enzo Bianchi. (http://www.vatican.va/content/francesco/it/messages/lent/documents/ papa-francesco_20201111_messaggio-quaresima2021.html)

Domande di apertura:

Gesù svela il senso della sua missione. E noi come possiamo esser certi che siamo sui passi giusti della nostra chiamata per la salvezza del mondo?

Gesù nella sua storia chiama per nome. A ognuno chiede di vedere, ascoltare, soprattutto col cuore. La difficoltà oggi è sentire questa “chiamata” e rispondere con cuore libero “eccomi”. Abbiamo timore di confondere la voce di Dio con le molte voci che albergano la nostra mente. Come si può riconoscere Dio in noi?

1 Papa Francesco, Messaggio del Santo Padre per la Quaresima 2021

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Letture di domenica 28 Febbraio

Il sacrificio del nostro padre Abramo (Gen 22,1-2.9.10-13.15-18)
 


In quei giorni, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va’ nel territorio di Mòria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò». 

Così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l’altare, collocò la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». L’angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito». 


Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete, impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio. 

L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce».

Dio non ha risparmiato il proprio Figlio Rm 8,31-34

Fratelli, se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui? 

Chi muoverà accuse contro coloro che Dio ha scelto? Dio è colui che giustifica! Chi condannerà? Cristo Gesù è morto, anzi è risorto, sta alla destra di Dio e intercede per noi!

Questi è il Figlio mio, l’amato (Mc 9,2-10)

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. 

Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.


Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.

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