Quest’anno si celebra anche il settantacinquesimo anniversario della Costituzione, entrata in vigore il 1° gennaio 1948 non se ne è parlato molto perché si è più impegnati su altro. Ma la nostra carta costituzionale è come il PATTO che ci unisce tutti e che ci aiuta a trovare la rotta giusta.
Forse pochi sanno che la Costituzione è nata all’interno di una comunità, che faceva DISCERNIMENTO; una comunità speciale e nella mia vita, ho avuto l’onore di frequentare tutta la numerosa famiglia Criconia Giuseppe e Maria Teresa e piano piano ho capito quando fossero dei giganti….
Ho già affrontato questo argomento, perchè è necessario sapere come all’epoca si è riusciti a trovare accordo, la parola chiave è fare DISCERNIMENTO e come spesso dico non è una cosa facile; è necessario chiedere aiuto ad un livello superiore, ricordo che Maria Teresa un giorno mi raccontò che vivendo tutti assieme la sciavano le porte delle stanze aperte e continuavano a parlare anche a notte fonda, le frasi erano del tipo: Ma questo articolo potrà piacere anche a Togliatti? questo per dire come lo spirito di fare dell’italia un paese nuovo era grande, non erano “bracci di ferro” ma ricerca di soluzioni condivise.
La “comunità del porcellino” – Dove è nata la Costituzione
La nascita della Costituzione, negli anni della prima Repubblica Italiana, parte da un piccolo gruppo che si ritrovava nei due appartamenti di proprietà delle sorelle Pia e Laura Portoghesi, al civico numero 14 di via della Chiesa Nuova a Roma. Nel periodo dell’Assemblea Costituente, la prima persona a entrare in questa casa è Laura Bianchini, che prende in affitto una stanza di uno degli appartamenti. Un giorno riceve la visita del democristiano Giuseppe Criconia, che le confessa la difficoltà di avere un punto di ritrovo per i membri del suo partito dove poter discutere di politica. Infatti, ognuno di loro vive in punti differenti della città e gli impegni della Costituente rendono difficile ritrovarsi. Una delle due proprietarie di casa, Laura Portoghesi, propone di affittare il secondo piano del palazzo a Criconia. Quest’ultimo coglie la palla al balzo e nell’appartamento si stabiliscono cinque nuovi coinquilini: Amintore Fanfani, già ministro, Giuseppe Dossetti, vicesegretario della Democrazia cristiana, Giuseppe Lazzati, futuro rettore dell’Università Cattolica, Giuseppe Glisenti e lo stesso Criconia. Laura Portoghesi si offrì per preparare i pasti e da allora tutti condivisero insieme i pasti. Ben presto al gruppo si aggrega anche Giorgio La Pira, futuro sindaco di Firenze. Fu così che si venne a creare la “comunità del porcellino”: una sera, infatti, l’allora vicepresidente delle Acli Vittorino Veronese si presentò con un porcellino farcito, dando così il nome al gruppo. L’atto di fondazione della comunità è ufficialmente celebrato l’11 giugno 1947, con la stesura di un documento ufficiale che sancisce la costituzione del gruppo, firmato dai vari membri. Queste discussioni danno vita a una vera comunità, dove nascono idee e linee di pensiero poi riportate all’interno dell’Assemblea Costituente. Questo gruppo, infatti, darà un grande contributo alla stesura della prima parte della Costituzione, principi poi fondamentali redatti dalla Commissione dei 75. Durante questi pasti e incontri non potevano mancare anche ospiti di lusso: da Moro a Scelba, da Maritain a padre Gemelli. Da ricordare anche la tanto attesa visita negli appartamenti delle sorelle Portoghesi, del Presidente del Consiglio, Alcide De Gasperi del 5 febbraio 1948.
Ecco un tratto del libro che ne descrive i fatti ( “Quando si faceva la Costituzione”, Grazia Tuzi e Telemaco Portoghesi Tuzi,).
«Si può anzi dire che alla Chiesa Nuova presero forma e acquistarono vigore molti dei princìpi fondanti della convivenza della nazione che stava risorgendo, e che furono poi trasfusi nella nostra Carta costituzionale, attraverso il lavoro assiduo e paziente di ciascuno dei membri di quella piccola comunità, e il confronto aperto e leale con chi nell’Assemblea Costituente era portatore di altre idee e altri valori. La memoria di quel gruppo di persone e della loro opera deve essere, per noi oggi e per le generazioni che verranno, occasione di rinnovata e convinta adesione ai princìpi fondamentali della Costituzione, che essi contribuirono a formulare, e che tuttora esprimono, i valori irrinunciabili del nostro popolo»