Quando ad un campo o ad un evento importante, come il 5° Jamborette Alpe Adria Scout, sei costretto dire di No anzitempo a chi vorrebbe partecipare, non è l’organizzazione che è stata carente o ha funzionato male, ma è l’incontro che è andato bene oltre ogni previsione. Avere abbondantemente superato le cento adesioni dopo circa due settimane dal lancio è un risultato che ci riempie il cuore di gioia, vuol dire che quello che stai seminando sta dando i suoi frutti. Ma non sono i numeri che ci interessano, quelli ormai parlano da soli, a noi interessano i valori e il metodo scout, la fraternità, la condivisione, l’amicizia, creare una catena di rapporti sempre più forte e più grande. E quando si parla di Alpe Adria Scout vale ancor di più, perché abbiamo abbattuto confini, muri, ostacoli, reticenze, perché Alpe Adria Scout è Internazionale.
Il 5° Jamborette della fraternità Alpe Adria Scout è stato un incontro tra adulti scout sloveni, austriaci e italiani! Tanti italiani: dal Veneto, dal Trentino AA, dal Friuli V.G., dalla Lombardia, dalla Toscana, dall’Umbria e dalla lontana Sicilia. Giovani e non più giovani, ma un amalgama che non ha risentito delle differenze di età. La verde Slovenia, con l’incanto della sua natura, ci ha ospitato a Zgornje Gorje, ai bordi del Parco Nazionale del Triglav e a pochi km dal lago di Bled, uno dei luoghi più affascinanti e incantevoli di questa giovane Repubblica. Un pastorello vivace, ingegnoso e coraggioso di nome Kekec ci ha accompagnato nelle tante attività e giochi del campo. Assieme a lui la gentile Mojca e il burbero e pauroso Rozle, il cacciatore Bedanec e Pehta, erborista, ed altri ancora magistralmente interpretati dagli scout sloveni. Ad ognuno di questi personaggi corrispondeva una squadriglia, multietnica, all’interno della quale vi era chi conosceva più lingue così da poter tradurre le attività per i partecipanti. Dopo i saluti e il quadrato iniziale con l’alzabandiera, la suddivisione e la presentazione nei gruppi e dei gruppi, un primo gioco ci portava a conoscere “l’amico segreto”!?… ma a non renderlo pubblico! La cena, come tutti gli altri pasti nella struttura, in due turni. A sera, nel fienile (un edificio ristrutturato per le attività della parrocchia), Vera ci ha raccontato come si è sviluppata l’associazione degli scout sloveni, ma anche quella degli scout sloveni di Trieste e Gorizia.
Un bel mattino soleggiato ci ha visto partire in tre gruppi per un’escursione nella natura, due attraverso la gola di Vintgar, il terzo attraverso la gola di Pokljuka. Paesaggi mozzafiato, ambienti fiabeschi, una natura rigogliosa e meravigliosa da rimanere incantati. Al ritorno un forte temporale con grandine ha sorpreso diversi adulti scout, rientrati fradici, ma rifocillati con the caldo ed una abbondante merenda. Interessante, per chi era rientrato prima, la visita al laboratorio di suono e alla produzione delle campane di Anton Poklukar, poco lontano dal paese. In attesa della cena, riunione per squadriglie in preparazione del cerchio serale con giochi, canti e scenette. Accompagnati ogni giorno dalla rappresentazione di Kekec e dei suoi personaggi, tra una attività ed un’altra, ecco che il sabato mattina viene dedicato ai laboratori (ben dieci), e ai circa 120 partecipanti se ne aggiungono altri 60, famiglie intere di scout sloveni: è veramente una grande festa che amplifica i momenti di fraternità e gioia con il grande gioco del pomeriggio che ha coinvolto tutti, nessuno escluso, con momenti di vivacità, di gioia, di ilarità ma senza mai perdere l’impegno per superare le prove proposte. A sera il grande e suggestivo fuoco di bivacco con giochi, animazioni e canti. Tre giorni passati in fretta ed è già domenica e già sul viso e sulla bocca di qualcuno vedi e senti un: “… ma siamo già al termine del campo?” “Dai, dai … c’è il quadrato con l’alzabandiera (come ogni giorno) e poi la s. messa.” Sì , la s. messa celebrata all’aperto vicino alla chiesa sopra una collinetta, un bunker della seconda guerra mondiale. Don Matej Pavlič ha celebrato nelle tre lingue e ci ha detto “Non avere paura”. Tutti sentivamo molto forte la presenza del Signore, e qualche lacrima di commozione si è notata in più di qualche viso quando abbiamo “vissuto” e recitato il Padre Nostro. Rientrati, tra sorprese e stupore, abbiamo conosciuto anche “l’amico segreto”. Qualche saluto già prima del quadrato finale con l’ammaina bandiera, il canto dell’addio, l’abbraccio di tutti con le braccia al cielo per dire semplicemente grazie per tutto ciò che abbiamo vissuto, e i pensieri che già vanno al dopo, ai prossimi incontri, quello della Luce di Betlemme, il 6° Jamborette in Austria tra quattro anni, e quello … ci stiamo pensando, vi faremo sapere.
Andrea Tappa e Annamaria Saccardo coordinatori Alpe Adria Scout